Essere sé stessi o adeguarsi?   Oltre il Velo della Papessa a confronto con  l’Appeso.  

C’è chi costruisce ponti fra culture, chi costruisce strade dove prima c’erano sentieri ardui o terre inospitali al cammino, chi passeggia e chi corre a volte incurante del luogo che attraversa, chi promette e chi premette; chi sa e tace, chi non sa e parla.

La Papessa dei Tarocchi è il simbolo di tutte le possibilità e ambiguità dell’Essere umano.  Appare ma si nasconde lo sguardo con un velo, ascolta e difficilmente parla o risponde a monosillabe, intuisce ma non rivela le sue scoperte, vede molto e sa di non avere ancora colto tutto perché non esistono limiti alla verità, c’è sempre un pezzetto nascosto che va svelato, rivelato.

Seduta immobile, non è ferma: viaggia nel mondo fisico e in quello metapsichico.

Accoglie dubbi e incertezze, tasselli di conoscenza che fa parte dell’Universo immenso, sconosciuto, solo parzialmente captato o raggiunto.  A ogni suo punto fermo, se ne aggiungono sempre molti altri.

La papessa vede oltre il velo dells realtà materiale.

Personalità complessa, è magica, misteriosa, profonda più dell’oceano e amplia più di tutte le galassie.  Non è mai veramente sé stessa ma una parte di lei lo è sempre. Non è coerente, ma lo è in un momento di precisa evoluzione. Poi cambia.

Merito di NETTUNO e della LUNA, la Papessa vede e prevede.  Chi sa captare le sue vibrazioni, riesce anche a provvedere organizzandosi per un futuro ancora incerto e lontano ma – in qualcosa – già in atto. Si veste di abiti non suoi, di emozioni che all’apparenza non le appartengono, riconosce che andando troppo veloce nel futuro si rischia di tornare indietro.

SIAMO PAPESSA quando vediamo il passato nel presente o abbiamo dei déjà-vu; quando non prendiamo una posizione politica netta in attesa di sentire cosa davvero ci suscita la guerra o le decisioni governative; quando ci alleiamo con chi ieri – a detta degli altri – era nostro nemico; quando non vogliamo parlare di ciò che veramente ci preoccupa e diciamo che “insomma… va bene, dai!”;  quando abitiamo un luogo mentale da cui assorbiamo pace, stabilità e serenità;    quando siamo nel territorio di nessuno tra la terra sotto i piedi e il cielo oltre i satelliti;  quando ci rivelano un segreto che non ci stupisce perché in qualche modo lo “sapevamo, lo sentivamo”.

La Papessa, carta numero 2 dei Tarocchi Maggiori, rappresenta lo stato di pausa da non confondere con il Tarocco Maggiore numero 12, L’APPESO che non è in pausa, ma in sospensione, indeciso se continuare a sacrificarsi per un ideale o cambiare completamente atteggiamenti e abitudini.

L’Appeso è un medium, riceve le energie dal cosmo e lascia che scendano fino alla terra; ha lo sguardo rivolto in alto mentre la Papessa guarda dentro se stessa. Il primo, sospendendo l’azione perché legato agli avvenimenti esterni, perde soldi e tempo, vede e capisce cosa bisognerebbe fare per liberarsi dai legami ma non riesce a farlo e rimane in attesa dell’idea luminosa, dell’ispirazione, della Illuminazione che gli permetterà di slegarsi la gamba e iniziare a camminare andando dove veramente vuole essere.

La Papessa è completamente assorta, dentro sé stessa. Si disinteressa completamente dei beni materiali e della situazione in cui vive ma non come il Papa che se li fa gestire da altri.  Il suo potere è la conoscenza e questa cerca di incrementare. Assomiglia più alla nonna, alle tante esperienze che mai si potranno riassumere in racconti o suggerimenti: invece di dire cosa fare, preferisce osservare i più giovani e tenersi pronta nel caso ci fosse bisogno di un consiglio disinteressato e azzeccato.

L’APPESO invece assomiglia all’adolescente nel momento in cui attende il risveglio ormonale, al viaggiatore che sa con chi vorrebbe essere e sta accumulando energia per prender la decisione che matura nel suo cuore e nella sua mente.

La Papessa, in sintesi, sceglie di non essere per poter essere.

Essere o non essere? La Papessa risponde.
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